Il territorio

Pablo Volta, fotografo innamorato di San Sperate

Pablo Volta, fotografo argentino attaccato alla Sardegna, è ricordato per i reportage ad Orgosolo e a Mamoiada, nonché per la sua amicizia con Pinuccio Sciola. Nel 1987 venne ad abitare a San Sperate, dove è vissuto fino alla morte

La fotografia è un’arma molto efficace per descrivere situazioni e concetti che altrimenti richiederebbero molte pagine. Pablo Volta è stato un alfiere di questa nobile arte: argentino di origini italiane nato nel 1926, si trasferì con la famiglia nel Belpaese a soli sei anni e in gioventù ebbe modo di partecipare alla lotta partigiana sull’Appennino tosco-emiliano. Appassionato fin da piccolo di fotografia, nel 1949 seguì un corso a Berlino, immortalando la città tedesca ancora devastata dalla guerra.

Nel 1954 fece il primo viaggio in Sardegna per documentare con le sue immagini il reportage di Franco Cagnetta su Orgosoloe tre anni dopo vi tornò per il famoso Carnevale di Mamoiada. Per Volta fu un colpo di fulmine, l’inizio di un amore corrisposto con l’Isola. Trasferitosi a Parigi per lavorare all’ufficio di corrispondenza RAI, visse la stagione delle proteste frequentando illustri esponenti dell’elite intellettuale ed artistica dell’epoca. Il legame con la Sardegna, però, non si affievolì e nel 1966 vi si recò ancora per realizzare alcuni reportage nell’ambito del programma Cinq Colonnes à la une.

Nel corso dell’ennesimo viaggio, all’inizio degli anni settanta, scoprì la corrente artistica del muralismorimanendone profondamente impressionato; strinse un’amicizia sincera con lo scultore Pinuccio Sciola, preludio a una mostra fotografica sui muralesche espose a Caen. Nel 1987 eresse il paese museo di San Sperate a sua dimora permanente, pubblicando il volume "La Sardegna come un'Odissea” contenente 111 scatti degli anni cinquanta. Pablo Volta si è spento nel 2011, lasciando in tutti quelli che l’avevano conosciuto un ricordo di persona umile e generosa.

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