Enogastronomia

Il miele di San Sperate – un'eccellenza nata dal coraggio e dalla passione

Il miele biologico e uniflorale di San Sperate (Sardegna – Italia), un prodotto unico in diverse varianti di gusto e dalle eccellenti caratteristiche organolettiche, assolutamente da degustare

Solo per la tenacia di alcuni agricoltori innovativi, San Sperate può vantarsi di essere una delle cittadine "capitali” del miele. Una volta c’era solo qualche contadino che produceva il miele "millefiori”, quello cioè che presenta meno caratteristiche in termini di peculiarità e si ottiene mandando le api nel territorio intorno a casa, dove non c’è differenziazione di essenze. La bontà di questo miele certo non è in discussione, se si fa riferimento ad alcune correnti di pensiero che lo preferiscono addirittura anche a quello "monofloreale”, ma quest’ultimo è assai più difficile da ottenere, perché sviluppa le caratteristiche peculiari dei fiori, delle coltivazioni che "frequentano” le api.

Il miele a San Sperate è legato principalmente alla famiglia Caboni, con il vecchio Salvatore che diede vita ad una delle prime cooperativa agricole. Poi però i figli affinarono questa "arte”, perché così la si può definire, partecipando a corsi di sempre maggiore livello, tra cui un corso di analisi sensoriale sui mieli, non fossilizzandosi così sugli schemi che venivano da millenni di produzione. E così, piano piano, la Cooperativa divenne Cooperativa Apistica Mediterranea, potendo contare su mille quintali di miele e un "parco api” di circa 4000 alveari, cominciando a confezionare e vendere i primi mieli "monofloreali” in diverse varianti di gusto ed essenza, come al cardo, all’arancio, asfodelo, corbezzolo ed altri ancora, attirandosi l’attenzione dei buongustai di tutto il mondo e tutto con l’etichetta del biologico. Per fare questo bisogna non avere paura di nulla ed affrontare tutte le sfide, come quelle denominata "apicoltura nomade”, che va a raccogliere il "monofloreale” lì dov’è: negli aranceti, nelle piantagioni di cardo e così via. Tra l’altro lo spostamento degli alveari contribuisce anche con lo "spargimento” del polline alla salvaguardia della biodiversità, che viene garantita dalle api, operaie instancabili della natura che si muovono incessantemente su una grande parte del territorio di San Sperate.

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