Arte e tradizioni

La parrocchiale di San Sperate martire

la parrocchiale di san sperate è dedicata al martire decapitato nel II secolo che ha dato il nome al paese. Degni di nota il campanile in stile aragonese, le quattro cappelle laterali e il fonte battesimale

Il legame tra il paese di San Sperate e il suo patrono è a dir poco ferreo, tanto da condividerne anche il nome. Nulla di strano che la chiesa parrocchiale di San Sperate martire, nel centro del paese, sia un punto di riferimento per tutta la cittadinanza. La chiesa sorge nel luogo in cui nel 1616 vennero ritrovate le presunte reliquie del santo Speratus, decapitato in Africa nel 180 d.C. e trasportato a Civitas Valeria nel VI secolo per evitare che la sua tomba fosse profanata dai barbari Vandali. 

La facciata squadrata in pietra si fa notare per il portone ligneo, il finestrone in alto e il campanile aragonese la cui campana originale del Settecento venne fusa nel 1958. La pianta della chiesa è a navata unica e due cappelle laterali per parte, uno schema piuttosto comune in Sardegna. La navata originaria aveva una volta a botte con archi in stile gotico-aragonese, ma è stata rimpiazzata da una copertura in cemento armato di altezza ragguardevole.

Le cappelle sulla destra sono quella dedicata a Santa Prisca dalla volta a botte e quella consacrata alla Vergine del Rosario con la volta a crociera. Dall’altro lato troviamo la cappella del SS. Crocifisso, anche questa con la volta a crociera, e quella del Sacro Cuore dove è conservato un pregevole altare di marmo con l’effigie di San Sperate. Nel presbiterio risalente al 1816 si trova il fonte battesimale con un bassorilievo raffigurante San Giovanni Battista mentre battezza Gesù.

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