Il Medioevo di San Sperate: Bisanzio, gli Aragonesi e il feudalesimo
per San Sperate, la dominazione Bizantina dell'Alto Medioevo rappresentò l'inizio di un declino proseguito con il Giudicato, i Pisani e infine gli Aragonesi che, dopo una breve illusione di modernizzazione, stabilirono un ordinamento su base feudale che sarebbe durato fino alla metà dell'Ottocento
A differenza di altri paesi sardi limitrofi, di San Sperate abbiamo notizie anche
durante il periodo delle invasioni barbariche: tra il 455 e il 533 d.C., il
paese fu sotto il dominio dei Vandalie soggetto a immigrazione da parte delle aree abitate da questa popolazione. Vi
vennero introdotte anche reliquie di santi come Sant’Agostino e lo stesso San
Sperate che poi dette il nome al paese. A partire dal 583, sulla Sardegna si
allungò la mano dei Bizantini: in
questo periodo per San Sperate iniziò un lungo periodo di declino, proseguito durante
il Giudicato e la successiva l’entrata in scena dei Pisani nel Duecento,
nonostante la costruzione delle due chiese romaniche di Santa Lucia e di San
Giovanni.
All’inizio del Trecento, una nuova potenza fece irruzione in
Sardegna: si tratta degli Aragonesi,
che si espansero progressivamente scontrandosi a più riprese con il Giudicato
di Arborea. Per alcuni anni sembrò effettivamente che gli iberici dovessero
essere gli alfieri di una modernizzazione della società isolana, grazie anche
all’istituzione di un parlamento
regionale i cui rappresentanti erano eletti dalle Assemblee popolari. Invece,
dopo la vittoriosa battaglia di Sanluri del 1409 gli Aragonesi organizzarono la
Sardegna su base feudale, svuotando
di importanza il parlamento. Nel 1421 re Alfonso
V istituì il feudo di San Sperate e lo concesse a Giordano de Tolo: fu l’inizio
di un’epoca di ristagno e isolamento che si sarebbe protratta fino all’Ottocento.