La chiesa di San Sperate martire
la chiesa di San Sperate martire, sorta nel Seicento sul luogo dove erano state ritrovate le reliquie di Speratus, presenta un campanile dalla sezione quadrata, una sola navata e una fonte battesimale con un bassorilievo raffigurante San Giovanni Battista mentre battezza Gesù
La chiesa di San
Sperate martire sorge in via XI Febbraio, nel cuore del centro storico dell’omonimo
paese sardo, e rappresenta un luogo di aggregazione per l’intera comunità
locale. La costruzione di questo edificio religioso risale al Seicento e deve il suo nome al fatto
che fu edificata nello stesso luogo dove nel 1616 erano state ritrovate le
reliquie del santo che dà il nome al paese, quello Speratus che secondo gli Atti Proconsolari venne decapitato in
Africa nel 180 e i cui resti furono portati a Civitas Valeria perché non
fossero profanati dai Vandali.
Quali che fossero gli eventi storici realmente accaduti, la
chiesa di San Sperate martire presenta oggi una facciata in pietra sopra la
quale fa bella mostra di sé un terminale piatto provvisto di merli e di una
croce centrale, mentre sulla destra svetta il campanile dalla sezione quadrata composto Da vari ordini e cornici
marcapiano. Il portone in legno,
piuttosto imponente e dall’aspetto manieristico, si trova sotto una piccola
finestra a tutto sesto.
L'interno del tempio è composto da una sola navata suddivisa in quattro campate con due cappelle laterali per parte: quelle di sinistra sono dedicate al Sacro Cuore e al Santissimo Crocifisso mentre quelle a destra a Santa Prisca e alla Vergine del Rosario. La zona del presbiterio, con altare maggiore e balaustra di marmo, risale all’inizio dell’Ottocento e ospita una fonte battesimale con un pregevole bassorilievo raffigurante San Giovanni Battista che battezza Gesù.