Il regista Luigi Batzella
il regista Luigi Batzella, nativo di San Sperate, fu al centro dell'attenzione dei media per i suoi film spaghetti-western come Non è mai troppo tardi e Capitani di ventura, nonché per i naziexploitation Kaput Lager - Gli ultimi giorni delle SS e La bestia in calore
San Sperate è
terra fertile non solo per i prodotti agricoli ma anche per i talenti umani:
fra coloro i quali hanno dato lustro alle arti figura il cineasta Luigi Batzella, classe 1924, autore di
numerosi film degli anni sessanta e settanta che hanno influenzato numerosi
colleghi, emergendo come elementi di assoluto spessore nell’epoca d’oro dell’exploitation.
Prima di mettersi dietro alla macchina da presa, Batzella era stato un attore
attivo in pellicole principalmente western come "Non è mai troppo tardi” del 1953, "Le fatiche di Ercole” con Sylva
Koscina, "La grande vallata” del 1961 e "Capitani
di ventura”.
La carriera da regista ebbe inizio con "Tre franchi di pietà”
del 1966, "Quando suona la campana” del 1970 e "Anche per Django le carogne
hanno un prezzo” del 1971, tutti sul filone spaghetti-western in gran voga; con
l’avvento degli anni settanta eccolo cimentarsi nella commedia all’italiana con
"Confessioni segrete di un convento di clausura” del 1972, le avventure di un
giovane rubacuori che si rifugia in un convento per sfuggire alla vendetta di
numerosi mariti.
Nel 1974 dirige un film destinato a far discutere: il cross-over Nuda per Satana, un horror erotico con Rita Calderoni che fa il verso ai film americani con Pam Grier, mentre tre anni dopo è la volta del lungometraggio di guerra "Kaput Lager - Gli ultimi giorni delle SS” e del suo film più famoso e controverso, "La bestia in calore”, naziexploitation con spiccate sfumature erotiche che fece, comprensibilmente scalpore. Morì nel 2008 a San Sperate.